Prof. Luigi Chiappetta

Accompagnamento psicologico

La maternità e la paternità sono desiderio profondo di ogni individuo e tappa essenziale che consente il passaggio dallo status di coppia a quello di famiglia.
Pertanto la condizione di infertilità, che diviene certezza solo con l’irrevocabilità e inconfutabilità della diagnosi medica, si configura come una vera e propria crisi di vita. Questa presa di coscienza potrebbe causare squilibri notevoli, sia nel soggetto che nella relazione di coppia.
La condizione di infertilità determina infatti ansia, frustrazione, stress, collera, vergogna. Tale disagio si estende anche ai rapporti interpersonali, determinando spesso una condizione di inadeguatezza e inferiorità. In particolare, accade che la coppia tende ad isolarsi, evitando le occasioni che possono ricordare la condizione di sterilità, provocando ulteriore sofferenza.
Una reazione frequente è il senso di colpa o la colpevolizzazione dell’altro, sentimenti che rendono più facile gestire la situazione. Inoltre, spesso emergono problemi coniugali legati alla sfera sessuale. Queste problematiche derivano dalla perdita di spontaneità, provocata dai tentativi mirati dei rapporti sessuali.
La strategia vincente è, invece, cercare di non considerare l’infertilità come una patologia, ma semplicemente come una condizione. Solo quando questa viene accettata in piena consapevolezza è possibile trovare le tecniche adeguate che permettono di coronare il sogno di un bambino.
Ma importante è anche destinare tempo e spazio alla gestione del turbine di emozione derivante dalla condizione di infertilità e dalle tecniche di fecondazione assistita. Per questo il centro CREA (Centro di Riproduzione e Andrologia) propone un percorso psicologico parallelo all’iter della Procreazione Medicalmente Assistita. Lo scopo è elaborare i vissuti, di cui spesso non si ha consapevolezza.

Le prestazioni di pertinenza psicologica che il centro CREA fornisce sono di 3 tipi:
1. accompagnamento emozionale durante l’iter di PMA
2. sostegno psicologico
3. intervento psicoterapeutico


1. Accompagnamento emozionale durante l’iter di PMA
È necessario un colloquio della coppia con la psicologa già dopo il primo incontro con il ginecologo, per la raccolta amnestica e la visita. L’obiettivo è dar voce alle emozioni, alle paure, ai dubbi che spesso non trovano chiarimento in ambito medico.
Un successivo incontro è parallelo al bilancio della fertilità e serve a rielaborare i sentimenti emersi dall’eventuale diagnosi di infertilità.

Un altro eventuale colloquio avviene in concomitanza di impasse durante l’iter. Ma comunque è possibile incontrare la psicologa, anche solo per chiarimenti, in qualsiasi momento, previo appuntamento.

2. Sostegno psicologico
Oltre alle emozioni precedentemente elencate, si possono aggiungere dinamiche psicologiche intra e interpersonali, che potrebbero ostacolare, non solo la buona riuscita del percorso, ma anche il benessere individuale e coniugale. Alto tasso di stress (dovuto ai ripetuti accertamenti medici), maggiore senso di inadeguatezza, svalutazione massiccia, maggiore conflittualità di coppia, con l’esasperazione nelle difficoltà sessuali. Tutti questi fattori sono ulteriori ostacoli del cammino: diventa quindi necessario trovare uno spazio in cui discutere, parlare e, innanzitutto, chiarire la motivazione che ha spinto la coppia ad intraprendere un percorso di PMA. È importante anche evidenziare il rapporto tra conflittualità coniugale e stress causato dall’iter; valutare realisticamente le probabilità di successo; infine, affrontare il senso di frustrazione della coppia e sostenerla, in modo da procedere più serenamente possibile nel percorso intrapreso.

3. Intervento psicoterapeutico
Se le difficoltà compromettono seriamente la sfera intrapsichica, relazionale e lavorativa, è necessario un intervento psicoterapeutico. Dopo l’inquadramento psicodiagnostico, dunque, si procede con la rielaborazione delle problematiche emerse nei primi colloqui e con il contenimento delle situazioni di scompenso, in soggetti con eventuali tratti psicopatologici. A seconda delle esigenze e sempre nel bene del paziente, si individua il percorso che prevede l’approccio “giusto” per “quel paziente”: trattamento psicodinamico individuale o di coppia, terapia sistemica, gruppi di sostegno, tecniche di rilassamento e di riduzione dello stress.
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